Guida alla posa degli Autobloccanti: Consigli + Errori da Evitare

La scelta di una pavimentazione per spazi esterni è un passo importante per la realizzazione di un ambiente pratico e accattivante. Gli autobloccanti, noti anche come betonelle, si distinguono per rapidità di posa ed eco-sostenibilità, a patto di una corretta installazione. Scopri di più in questa guida alla posa degli autobloccanti
In questo articolo che ho definito “guida alla posa degli autobloccanti”, scoprirai come installarli correttamente, evitando gli errori più comuni, al fine di garantirti un risultato duraturo.
Una delle loro caratteristiche distintive è la velocità con cui possono essere posati rispetto ad altri materiali, come il porfido o la pietra. Questa caratteristica, unita al costo contenuto, li rende molto più appetibili sul mercato.
Tuttavia, è essenziale comprendere che esistono delle regole che, se tralasciate, possono condurre a risultati estetici e funzionali molto negativi.
Non è insolito osservare pavimenti autobloccanti che, dopo qualche tempo, presentano avvallamenti e cedimenti.
La Posa “a Secco” degli Autobloccanti
La peculiarità principale degli autobloccanti è la posa “a secco”, il che significa che questi elementi vengono adagiati su un letto di materiale inerte, senza uso di colle chimiche o malte cementizie. Ciò ne fa anche una scelta in linea con le moderne esigenze ambientali.
Grazie al loro spessore, che di solito varia da 6 a 8 centimetri, possono essere infatti installati senza la necessità di essere cementati, semplificando il processo.
L’importanza del Sottofondo: Fondamentale per una Pavimentazione Durevole
Il sottofondo, ovvero lo strato tra il pavimento in autobloccanti e il terreno, gioca un ruolo cruciale nella durata e nella stabilità della pavimentazione. Il suo compito è prevenire il cedimento futuro del pavimento e distribuire il carico su una superficie più ampia.
La realizzazione accurata del sottofondo richiede tempo e attenzione. Solitamente, si rimuove uno strato di terreno di circa 30 centimetri e lo si sostituisce con inerte stabilizzato di granulometria variabile. Questo strato inferiore avrà una granulometria maggiore (5/8 centimetri), mentre in superficie si utilizzerà ghiaia con granulometria di circa 1 cm.
Dopo aver spianato e compattato il materiale, è essenziale garantirne la compattezza attraverso una pioggia abbondante o un’irrigazione. Nel caso di piccole aree, un compattatore verticale o una piastra vibrante possono essere utilizzati al posto della rullatura.
Cautele e Errori da Evitare nel Sottofondo
Un errore comune è sottovalutare lo smaltimento dell’acqua infiltrata nella pavimentazione drenante degli autobloccanti. Per gestire il deflusso dell’acqua, occorre far ricorso a materiali idonei. La risetta, un inerte fine a base di pietrisco, gioca un ruolo importante nel drenaggio e nella stabilità della pavimentazione. Questo strato, di circa 4/5 centimetri, fornisce una base per gli autobloccanti.
L’utilizzo del geotessuto limita la crescita di piante infestanti nella pavimentazione. Posizionato sopra il sottofondo, agisce come strato aggiuntivo per distribuire il carico.
Altro aspetto fondamentale è posizionare cordoli ai bordi del pavimento. Questi elementi di contenimento, come profili in cemento o piccoli muri in pietra, assicurano la stabilità del pavimento nel tempo.
Posa e Compattazione degli Autobloccanti
La posa degli autobloccanti richiede attenzione al livello e all’allineamento. Utilizzando spaghi o cordicelle, è necessario posizionare i masselli a livello desiderato. La loro posizione funge da riferimento per la posa dell’intera pavimentazione.
Una volta posati, gli autobloccanti devono essere compattati con una piastra vibrante dotata di tappeto protettivo. La sigillatura delle fessure tra le betonelle avviene con sabbia asciutta, evitando leganti come il cemento.
Cautele e Errori da Evitare nel Sottofondo
Un errore comune è sottovalutare lo smaltimento dell’acqua infiltrata nella pavimentazione drenante degli autobloccanti. Per gestire il deflusso dell’acqua, occorre far ricorso a materiali idonei. La risetta, un inerte fine a base di pietrisco, gioca un ruolo importante nel drenaggio e nella stabilità della pavimentazione. Questo strato, di circa 4/5 centimetri, fornisce una base per gli autobloccanti.
L’utilizzo del geotessuto limita la crescita di piante infestanti nella pavimentazione. Posizionato sopra il sottofondo, agisce come strato aggiuntivo per distribuire il carico.
Altro aspetto fondamentale è posizionare cordoli ai bordi del pavimento. Questi elementi di contenimento, come profili in cemento o piccoli muri in pietra, assicurano la stabilità del pavimento nel tempo.
Posa e Compattazione degli Autobloccanti
La posa degli autobloccanti richiede attenzione al livello e all’allineamento. Utilizzando spaghi o cordicelle, è necessario posizionare i masselli a livello desiderato. La loro posizione funge da riferimento per la posa dell’intera pavimentazione.
Una volta posati, gli autobloccanti devono essere compattati con una piastra vibrante dotata di tappeto protettivo. La sigillatura delle fessure tra le betonelle avviene con sabbia asciutta, evitando leganti come il cemento.
Considerazioni Finali per una Pavimentazione Duratura
Dopo la posa, alcuni accorgimenti sono necessari per garantire la durata della pavimentazione:
Per i primi mesi, la sabbia copre gli autobloccanti fino alla compattazione completa. È importante spazzare periodicamente la sabbia sopra le fessure per favorirne la distribuzione.
Durante il primo periodo, piccoli avvallamenti sono normali e possono essere corretti grazie alla posa a secco. Occorre applicare un diserbante per mantenere sotto controllo l’erba infestante e il muschio. Il cambiamento di colore degli autobloccanti nel tempo è normale.
Conclusioni
Gli autobloccanti offrono una soluzione ideale per la pavimentazione esterna. Seguendo correttamente questa breve guida alla posa degli autobloccanti, è possibile ottenere una pavimentazione duratura e attraente per gli anni a venire.
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