Pavimenti esterni filtranti o drenanti: qual è la scelta migliore

Entrambi i pavimenti esterni filtranti o drenanti risolvono il problema degli allagamenti perché fanno scendere l’acqua nel sottosuolo

La scelta tra pavimenti esterni filtranti o drenanti dipende da numerosi fattori. Entrambe le soluzioni rispondono egregiamente al bisogno di far percolare l’acqua nel suolo, riducendo al minimo il rischio di pozzanghere o allagamenti.

Inoltre, rispetto ad altri tipi di pavimenti tradizionali, assicurano nel tempo:
1. Enormi vantaggi di costo legati alla ridotta manutenzione;
2. Possibilità di amovibilità in caso di necessità di accesso ai sotto-servizi: basta un semplice cacciavite e una pinza per rimuoverli dalla loro sede. Non è necessario rompere nulla e, terminati i lavori, i masselli possono essere nuovamente posati, senza doverli sostituire.

Fatta questa dovuta premessa, c’è da dire che i masselli drenanti assecondano il passaggio dell’acqua attraverso gli spazi tra elementi, grazie ai distanziali accentuati. Questi ultimi possono essere colmati sia con sabbia o pietrisco, che con terriccio ed erba, dando vita ad uno speciale tappeto erboso.

I masselli filtranti permettono invece all’acqua di penetrare attraverso il corpo stesso del massello stesso, grazie alla composizione stessa dell’impasto e alla sua porosità formata da cavità interconnesse.

In quest’ultimo caso, il risultato è una pavimentazione continua, con fughe ridotte, più confortevole e carrellabile.  E’ il caso di DRENA-SYSTEM, il nostro massello che unisce estetica e funzionalità. Le sue prestazioni sono ai vertici grazie anche alla sua particolare composizione materica.

In entrambe le tipologie di pavimento, la posa in opera riveste un ruolo fondamentale. Va infatti progettata in base alle caratteristiche idrogeologiche del terreno stesso.

Addirittura è possibile prevedere il convogliamento delle acque meteoriche in impianti per irrigare o negli impianti antincendio.

Pavimenti esterni filtranti o drenanti: metodi di smaltimento delle acque

differenza tra Autobloccanti drenanti o filtranti

L’acqua drenata può essere smaltita direttamente negli strati superficiali del sottosuolo oppure raccolta in apposite vasche di accumulo o semplicemente convogliata in fognatura.

Il primo metodo è particolarmente caldeggiato nelle zone con una bassa contaminazione delle acque meteoriche; il secondo invece per le zone caratterizzate dalla presenza di inquinanti e dove si deve prevedere lo smaltimento delle acque meteoriche l’accumulo in apposite vasche come nel caso degli impianti di raccolta delle acque di prima pioggia.

L’uso di queste pavimentazioni è particolarmente utile anche in aree dove non è economicamente fattibile il rifacimento delle fognature e dove è stata prescritta una percentuale massima di scarico delle acque piovane nella rete di raccolta pubblica.

Ad esempio, in Lombardia negli interventi di nuova edificazione e riqualificazione deve essere garantita una superficie scoperta e drenante non inferiore al 30% per i complessi residenziali e misti e al 15% per le zone destinate ad insediamenti produttivi. Viene incentivata così la realizzazione di soluzioni 100% eco-sostenibili per lo scarico delle acque meteoriche.

Grazie all’ampia disponibilità di forme e dimensioni che rendono le pavimentazioni autobloccanti estremamente versatili e capaci di armonizzarsi con i più svariati contesti architettonici, sono indicate per la realizzazione di cortili, spiazzi, stradine, piste pedonali e ciclabili, strade di accesso e parcheggi.

Il sistema di pavimentazione filtrante e drenante in dettaglio

pavimento filtrante in sintesi

Il sistema di pavimentazione permeabile è costituito da uno strato superficiale, sovrastante un sottofondo che poggia sul terreno esistente.
Tra lo strato superficiale e il sottofondo vengono interposti uno o più strati intermedi di sabbia di origine alluvionale, la cui funzione essenziale è di sostenere i carichi veicolari senza subire deformazioni e di consentire l’infiltrazione dell’acqua piovana nel sottofondo della pavimentazione.

La funzione filtrante coinvolge numerosi aspetti ed è fortemente legata a diverse caratteristiche quali modello del massello, percentuale di foratura, materiale di riempimento dei giunti, caratteristiche geotecniche del terreno sottostante.

Numerosi studi esteri dimostrano che i pavimenti esterni filtranti e drenanti costituiscono uno strumento molto efficace per la rimozione degli agenti inquinanti provenienti dal dilavamento superficiale. Sono veri e propri filtri che catturano la maggior parte degli elementi inquinanti.
Gli Idrocarburi che cadono in superficie vengono depositati negli strati superficiali, dove vengono smaltiti nel lungo periodo. Altri inquinanti come i metalli pesanti sono invece immagazzinati dentro la struttura, per gran parte della vita utile della pavimentazione.

I risultati di recenti ricerche inglesi mostrano che i pavimenti drenanti in calcestruzzo sono in grado di rimuovere dalle acque meteoriche defluite dal 60% al 95% dei sedimenti e dal 70% al 90% degli idrocarburi, riuscendo a smaltire piccole perdite di lubrificanti (parcheggi e piazzali) praticamente in modo indefinito per tutta la loro vita utile..

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sottofondo

Lo staff dei nostri tecnici è in grado di assisterti con una consulenza preliminare gratuita e con un vasto ventaglio di manuali tecnici, ideali per approfondire ogni esigenza pratica.

Ad esempio, nel caso di pavimenti industriali e legati alla viabilità stradale, ti consiglieranno i masselli autobloccanti di più elevato spessore e una posa in opera caratterizzata da particolari accorgimenti finalizzati a garantire maggiore resistenza ad ogni tipo di sollecitazione.

Qualora la pavimentazione sia rivolta ad un traffico esclusivamente pedonale, i tecnici ti consiglieranno di utilizzare spessori minori, ma sempre tenendo conto di pendenze e realizzazioni a ridosso di muri di edifici, allo scopo di evitare infiltrazioni d’acqua dannose per le fondamenta.
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Una guida per scelte consapevoli

guida alla scelta dei migliori masselli autobloccanti

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