Pavimenti esterni filtranti o drenanti: qual è la scelta migliore

Entrambi i pavimenti esterni filtranti o drenanti risolvono il problema degli allagamenti perché fanno scendere l’acqua nel sottosuolo

La scelta tra pavimenti esterni filtranti o drenanti dipende da numerosi fattori. Entrambe le soluzioni rispondono egregiamente al bisogno di far percolare l’acqua nel suolo, riducendo al minimo il rischio di pozzanghere o allagamenti.

Inoltre, rispetto ad altri tipi di pavimenti tradizionali, assicurano nel tempo:
1. Enormi vantaggi di costo legati alla ridotta manutenzione;
2. Possibilità di amovibilità in caso di necessità di accesso ai sotto-servizi: basta un semplice cacciavite e una pinza per rimuoverli dalla loro sede. Non è necessario rompere nulla e, terminati i lavori, i masselli possono essere nuovamente posati, senza doverli sostituire.

Fatta questa dovuta premessa, c’è da dire che i masselli drenanti assecondano il passaggio dell’acqua attraverso gli spazi tra elementi, grazie ai distanziali accentuati. Questi ultimi possono essere colmati sia con sabbia o pietrisco, che con terriccio ed erba, dando vita ad uno speciale tappeto erboso.

I masselli filtranti permettono invece all’acqua di penetrare attraverso il corpo stesso del massello stesso, grazie alla composizione stessa dell’impasto e alla sua porosità formata da cavità interconnesse.

In quest’ultimo caso, il risultato è una pavimentazione continua, con fughe ridotte, più confortevole e carrellabile.  E’ il caso di DRENA-SYSTEM, il nostro massello che unisce estetica e funzionalità. Le sue prestazioni sono ai vertici grazie anche alla sua particolare composizione materica.

In entrambe le tipologie di pavimento, la posa in opera riveste un ruolo fondamentale. Va infatti progettata in base alle caratteristiche idrogeologiche del terreno stesso.

Addirittura è possibile prevedere il convogliamento delle acque meteoriche in impianti per irrigare o negli impianti antincendio.

Pavimenti esterni filtranti o drenanti: metodi di smaltimento delle acque

differenza tra Autobloccanti drenanti o filtranti

L’acqua drenata può essere smaltita direttamente negli strati superficiali del sottosuolo oppure raccolta in apposite vasche di accumulo o semplicemente convogliata in fognatura.

Il primo metodo è particolarmente caldeggiato nelle zone con una bassa contaminazione delle acque meteoriche; il secondo invece per le zone caratterizzate dalla presenza di inquinanti e dove si deve prevedere lo smaltimento delle acque meteoriche l’accumulo in apposite vasche come nel caso degli impianti di raccolta delle acque di prima pioggia.

L’uso di queste pavimentazioni è particolarmente utile anche in aree dove non è economicamente fattibile il rifacimento delle fognature e dove è stata prescritta una percentuale massima di scarico delle acque piovane nella rete di raccolta pubblica.

Ad esempio, in Lombardia negli interventi di nuova edificazione e riqualificazione deve essere garantita una superficie scoperta e drenante non inferiore al 30% per i complessi residenziali e misti e al 15% per le zone destinate ad insediamenti produttivi. Viene incentivata così la realizzazione di soluzioni 100% eco-sostenibili per lo scarico delle acque meteoriche.

Grazie all’ampia disponibilità di forme e dimensioni che rendono le pavimentazioni autobloccanti estremamente versatili e capaci di armonizzarsi con i più svariati contesti architettonici, sono indicate per la realizzazione di cortili, spiazzi, stradine, piste pedonali e ciclabili, strade di accesso e parcheggi.

Il sistema di pavimentazione filtrante e drenante in dettaglio

pavimento filtrante in sintesi

Il sistema di pavimentazione permeabile è costituito da uno strato superficiale, sovrastante un sottofondo che poggia sul terreno esistente.
Tra lo strato superficiale e il sottofondo vengono interposti uno o più strati intermedi di sabbia di origine alluvionale, la cui funzione essenziale è di sostenere i carichi veicolari senza subire deformazioni e di consentire l’infiltrazione dell’acqua piovana nel sottofondo della pavimentazione.

La funzione filtrante coinvolge numerosi aspetti ed è fortemente legata a diverse caratteristiche quali modello del massello, percentuale di foratura, materiale di riempimento dei giunti, caratteristiche geotecniche del terreno sottostante.

Numerosi studi esteri dimostrano che i pavimenti esterni filtranti e drenanti costituiscono uno strumento molto efficace per la rimozione degli agenti inquinanti provenienti dal dilavamento superficiale. Sono veri e propri filtri che catturano la maggior parte degli elementi inquinanti.
Gli Idrocarburi che cadono in superficie vengono depositati negli strati superficiali, dove vengono smaltiti nel lungo periodo. Altri inquinanti come i metalli pesanti sono invece immagazzinati dentro la struttura, per gran parte della vita utile della pavimentazione.

I risultati di recenti ricerche inglesi mostrano che i pavimenti drenanti in calcestruzzo sono in grado di rimuovere dalle acque meteoriche defluite dal 60% al 95% dei sedimenti e dal 70% al 90% degli idrocarburi, riuscendo a smaltire piccole perdite di lubrificanti (parcheggi e piazzali) praticamente in modo indefinito per tutta la loro vita utile..

Vuoi saperne di più?

sottofondo

Lo staff dei nostri tecnici è in grado di assisterti con una consulenza preliminare gratuita e con un vasto ventaglio di manuali tecnici, ideali per approfondire ogni esigenza pratica.

Ad esempio, nel caso di pavimenti industriali e legati alla viabilità stradale, ti consiglieranno i masselli autobloccanti di più elevato spessore e una posa in opera caratterizzata da particolari accorgimenti finalizzati a garantire maggiore resistenza ad ogni tipo di sollecitazione.

Qualora la pavimentazione sia rivolta ad un traffico esclusivamente pedonale, i tecnici ti consiglieranno di utilizzare spessori minori, ma sempre tenendo conto di pendenze e realizzazioni a ridosso di muri di edifici, allo scopo di evitare infiltrazioni d’acqua dannose per le fondamenta.
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Una guida per scelte consapevoli

guida alla scelta dei migliori masselli autobloccanti

Se desideri saperne di più oppure approfondire le tipologie di pavimentazioni disponibili, ho messo a punto un prezioso documento che ti aiuterà passo dopo passo a prendere le decisioni migliori.

In questa guida troverai le risposte ai tanti dubbi e alle domande più ricorrenti quali:

  • Quali sono i principali tipi di pavimenti,
  • Quali sono le caratteristiche principali che dovrai imparare,
  • Quali errori dovrai evitare,
  • Quali sono gli aspetti principali della posa in opera,
    E tanto altro ancora.
    Avrei potuto mettere in vendita questa guida, ma preferisco regalarla affinché tu sia più informato e consapevole.

Per ottenerla, ti basterà rispondere ad un breve questionario.

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Come si posano i pavimenti autobloccanti senza commettere errori?

“Come si posano i pavimenti autobloccanti” è tra le domande più ricorrenti di chi decide di fare una scelta sostenibile per l’ambiente

Alla base di una corretta posa dei pavimenti autobloccanti, ci deve essere innanzitutto una attenta analisi dell’area e del terreno su cui effettuare l’intervento.

A seconda infatti se alla base vi sia terreno argilloso oppure roccia o addirittura cemento o una pavimentazione pre-esistente, va progettato un sottofondo adeguato anche alle condizioni di carico.

Mi spiego meglio: se la pavimentazione dovrà sostenere un traffico veicolare (parcheggio o transito di automobili), occorre prestare attenzione alla struttura portante.

Quindi, maggiore è il carico da sopportare e più rigida è la base (terreno, argilla, cemento, ecc), maggiore dovrà essere lo spessore del sottofondo.

A titolo esemplificativo, immagina che di dover montare gli autobloccanti su una pre-esistente pavimentazione in cemento o asfalto. Supponiamo inoltre che sopra ci debbano passare delle auto 1 o 2 volte al giorno.

Se il sottofondo ha uno spessore inadeguato, il transito veicolare nei giorni di pioggia abbondante determinerà il cosiddetto effetto sifonamento che causerà lo svuotamento dei giunti.

Conseguentemente, i pavimenti diventeranno instabili.

Come realizzare correttamente il sottofondo

sottofondo ideale

Informazioni più dettagliate al riguardo le trovi QUI.

Nel frattempo, ti anticipo che il sottofondo deve essere creato con pietrisco da cava e compattato mediante ripetuti passaggi di piastre vibranti in grado di compattarlo al meglio.

In questa fase, consiglio di usare il geotessuto, al fine di assicurare maggiore compattezza e stabilità nel tempo alla pavimentazione. 

Il passaggio successivo consiste nello stendere uno strato di almeno 4-5 cm di sabbia di fiume sopra uno speciale geotessuto (tessuto non tessuto) permeabile.

Il geotessuto serve a rendere la superficie di pavimentazione ancora più resistente alle sollecitazioni, evitando eventuali cedimenti dovuti ad eventi metereologici estremi.

Al di sopra dello strato di sabbia di allettamento, possono essere posati i masselli autobloccanti che vengono sistemati e definitivamente “bloccati” tra loro per mezzo dei caratteristici distanziali di cui sono dotati.

L’ultima fase consiste nel passaggio di una piastra vibrante, cui seguirà lo spargimento di sabbia di sigillatura a gralunometria molto fine che consentirà l’ottimale intasamento delle fughe.

Assistenza e consulenza gratuita

sottofondo

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  • Quali sono le caratteristiche principali che dovrai imparare,
  • Quali errori dovrai evitare,
  • Quali sono gli aspetti principali della posa in opera,
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L’importanza del sottofondo per un pavimento ben fatto

L’importanza del sottofondo è data dalla centralità del ruolo di sostegno della pavimentazione in tutti i casi questa venga realizzata con masselli autobloccanti

Il sottofondo per  definizione tecnica è lo strato che si interpone tra il pavimento e il terreno naturale di giacenza.

Una sua ottima realizzazione è il primo passo per una pavimentazione degna di questo nome.

Particolarmente per i masselli autobloccanti che vengono posati a secco, questa operazione richiedere la massima attenzione.

Un sottofondo realizzato correttamente costituirà il pilastro della pavimentazione stessa.

Al contrario, se questa operazione non viene eseguita nel modo corretto, i rischi di un cedimento possono essere elevanti, soprattutto in caso di transito veicolare.

In base alla mia esperienza, mi accorgo che la posa della pavimentazione autobloccanti è molto spesso eseguita da operatori non professionisti. Ciò è riconducibile solitamente alle esigenze di risparmio del committente.

Niente di più sbagliato!

Un pavimento montato male ti costerà due volte tanto, perché una posa inadeguata causerà continui dissesti e cedimenti.

Ecco dunque spiegato il motivo di questa breve guida che si incentra principalmente sul cuore della pavimentazione stessa: il sottofondo, appunto.

Come realizzare correttamente il sottofondo

sottofondo ideale

La prima condizione da rispettare è la provenienza delle materie prime con cui deve essere realizzato e stabilizzato.

Queste devono tutte essere certificate e di provenienza certa, solitamente pietrisco da cava.

Una volta concretizzato, va innaffiato e vibro-pressato mediante ripetuti passaggi di piastre vibranti in grado di compattarlo al meglio.

Lo spessore ideale dipende dal tipo di terreno sottostante e dai carichi sia longitudinali sia trasversali che il pavimento dovrà sopportare nel tempo.

Particolarmente consigliato in questa fase è anche l’uso del geotessuto, noto anche come tessuto non tessuto.

Il suo utilizzo è giustificato sia dal punto di vista tecnico che economico, in quanto garantisce una serie di vantaggi strutturali grazie alle caratteristiche del materiale.

E’ funzionale ad evitare la compenetrazione degli strati, facendo in modo che questi rispondano correttamente alle sollecitazioni e favorendo il drenaggio dell’acqua.

Non tutti i geosintetici sono però adatti all’utilizzo descritto.

Deve infatti garantire un certo livello di resistenza in ogni direzione deve essere sufficientemente permeabile per mantenere inalterate le proprietà filtranti nel tempo e di evitare il rigonfiamento al contatto con l’acqua.

Quindi non deve impregnarsi e anzi deve mantenere inalterato il proprio peso anche in condizioni di posa particolarmente gravose (terreno bagnato).

Aspetti pratici

Prima della realizzazione del sottofondo, potrebbe rendersi necessario scavare e scarificare il terreno esistente per una altezza variabile da 20 a 40 cm.

Inoltre dovendo agevolare il drenaggio delle acque meteoriche, è necessario procedere con la messa in opera di una stratigrafia composta da inerti di cava, a volumetria variabile, dove gli elementi più grossi (diametro 6-8 cm) sono posti in basso e più fini in alto (diametro 1-2 cm).

Per interventi su aree tipo piccole corti o vialetti privati è possibile ridurre gli spessori del sottofondo fino a 20 cm; in questo caso il sottofondo dovrà essere costituito preferibilmente da stabilizzato di cava.

In caso di grandi superfici (piazzali, strade, ecc. ), il sottofondo così realizzato dovrà essere rullato, costipato e innaffiato abbondantemente, mediante impiego di rullo compressore vibrante.

Nel primo caso, invece, la costipazione del sottofondo può essere eseguita anche con piastre vibranti o piccoli rulli meccanici.

E’ necessario inoltre prevedere una pendenza del piano maggiore dell’1% per evitare pericolosi ristagni d’acqua.

Qualora, sia già presente una pavimentazione in conglomerato bituminoso o in calcestruzzo, è possibile non rifare il sottofondo.

Ma occorre avere l’accortezza di realizzare dei fori di drenaggio delle acque meteoriche.

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Pavimentazioni permeabili: meglio filtranti o permeabili

Le pavimentazioni permeabili in massello autobloccante consentono il passaggio dell’acqua, restituendo al terreno le acque piovane, senza cedere alcuna sostanza inquinante. Scopri quelle più adatte alle tue esigenze

La moderna progettazione di case e giardini è sempre più attenta a favorire un corretto equilibrio dell’ambiente e del territorio.

Da questo punto di vista le pavimentazioni permeabili in massello autobloccante sono sempre più apprezzate in quanto soddisfano appieno questa affannosa ricerca dell’ecosostenibilità.

Si fanno apprezzare infatti non solo per le peculiarità estetica ma anche e soprattutto perché facilitano il deflusso dell’acqua piovana, restituendola alle falde sotterranee priva delle tipiche sostanze inquinanti che caratterizzano le nostre “impronte quotidiane” con il transito dei veicoli e altre forme di contaminazione (pesticidi, fungicidi, ecc).

Meglio drenanti o filtranti?

pavimentazione drenante

I masselli autobloccanti sono pavimenti permeabili naturali, per cui nascono già con tale vocazione ambientale.

In realtà, le recenti evoluzioni tecnologiche hanno consentito di sviluppare nuove declinazioni di prodotto che migliorano sensibilmente le condizioni di deflusso d’acqua dalla parte superiore al terreno sottostante.

La particolare posa a secco con sabbia di origine alluvionale favorisce ulteriormente tali caratteristiche, pertanto sono stati messi a punto dei nuovi modelli che addirittura riescono a garantire un effetto prato.

Il risultato è strabiliante, perché le precipitazioni vengono completamente assorbite nel substrato senza forzature e garantendo superfici asciutte.

Sono disponibili soluzioni sia filtranti che drenanti.

I masselli drenanti permettono il deflusso mediante una serie di fori progettati specificatamente per questa funzione. Questi ultimi possono essere colmati sian con sabbia o pietrisco che con erba, dando luogo ad un tappeto erboso.

I masselli filtranti agevolano il deflusso mediante le proprie caratteristiche fisiche, frutto di particolari accorgimenti in sede produttiva quali porosità e cavità diffuse.

In quest’ultimo caso, il risultato è una pavimentazione continua confortevole e sempre asciutta.

Posa in opera dei pavimenti permeabili

pavimento drenante

Chiaramente il sistema descritto funziona se la posa in opera è eseguita secondo specifici criteri.

In quest’ottica, il primo passo verso una pavimentazione permeabile funzionale è la corretta progettazione del sottofondo che deve tener conto delle caratteristiche idrogeologiche del terreno stesso.

Una corretta posa fa sì che le acque assorbite dal pavimento vengano convogliate sia per la destinazione in falda che eventualmente per eventuali recuperi, ad esempio per il riutilizzo in impianti anti-incendio o per usi agricoli.

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I 4 errori più comuni che si fanno in cantiere e come risolverli

Ciò che sto per confessarti in questo articolo non lo sentirai da nessun’altra azienda che produce o installa pavimenti.

Sto per parlarti degli errori più comuni che possono capitare durante i lavori di pavimentazione e che potrebbero dar vita a risultati deludenti sia dal punto di vista estetico che di durabilità.

Lo so che sei abituato a sentire solo la parte positiva del lavoro, perché la maggior parte delle aziende che producono o installano pavimenti non parla mai degli errori che possono commettere quando devono consegnare e installare la tua nuova pavimentazione.

Infatti si tende a far credere che va sempre tutto bene. Non è vero?

Quale professionista viene a raccontarti di come ha causato grossi ritardi nei lavori di pavimentazione a causa dei propri sbagli?

Credo proprio nessuno.

Che senso avrebbe per loro tirarsi la zappa sui piedi, raccontandoti la verità?

Non avrebbe senso.

E’ meglio far vedere l’aspetto positivo per evitare di allontanare i potenziali clienti.
Ecco perché ho deciso di scrivere questo articolo per confessarti tutto.

Ok, gli errori possono capitare a tutti. Non c’è niente di male.

Nessuno parla degli errori, perché non è la normalità.
Non è che la ditta di pavimenti commette errori tutti i giorni, perché in questo caso avrebbe già chiuso i battenti, immagino.

Il problema è che, se la ditta arriva in cantiere con dei pavimenti inadatti al tipo di destinazione d’uso, nella maggior parte dei casi, non ti ha fornito la necessaria consulenza tecnica preliminare.

Ciò significa che molto probabilmente dovrai accontentarti e tenertela per almeno 30 anni oppure rimandarla indietro e aspettare chissà quanto per realizzare i tuoi progetti.

Lo so cosa stai pensando:

Ok, ma la mia ditta di fiducia non fa questi errori banali, sono precisi.
oppure

Non credo capiti spesso, bisogna essere proprio sfigati.
In realtà, esistono alcuni errori che le ditte di pavimenti commettono più spesso di quanto immagini.

Fidati, ogni giorno ce n’è una.

E se dovesse capitare proprio a te di dover ricevere un pavimento inadatto alla tua casa?

Non vorresti sapere fin da subito come si comporta la ditta in questione?

Potrebbe essere interessante conoscere le loro procedure prima di commissionargli il lavoro, almeno sai già cosa succede in caso di errori.

Ma sai qual è il problema?

In realtà molte ditte di pavimenti non gestiscono molto bene questi errori.

Spesso cercano di dare la responsabilità a qualcun altro.

Se capita un errore di questo tipo, non lo trattano da errore.

Ma semplicemente ti addossano tutte le responsabilità.

Ok, non è la regola ma è come lavorano la maggior parte delle ditte del settore.

Ecco che diventa indispensabile conoscere le loro procedure in caso di errori.

Immagina di avere gli operai in casa che stanno facendo i lavori di ristrutturazione.

Ti hanno comunicato una data indicativa di fine lavori e tu ti sei organizzato di conseguenza.

Sul più bello arrivano i nuovi pavimenti ma non sono quelli giusti.

E così ti tocca attendere altri 3 o 6 mesi per la fine dei lavori e ti ritrovi a dover riorganizzare i tuoi piani.

Devi sapere cosa succede se qualcosa va storto.

In ambito edilizio, non sbagliare mai, è quasi impossibile.

Ci è capitato tante volte di essere contattati con lo scopo di risolvere problematiche chiamati da altri.

Ma che sia chiaro, non è che si commettono errori sistematicamente ad ogni lavoro, non esageriamo.

Dico solo che esiste la possibilità di sbagliare e noi di Vibrotek abbiamo una politica aziendale molto precisa per evitare questi piccoli grandi drammi.

Vediamo quali sono questi errori più comuni che si commettono in cantiere.

Sfaldamento dello strato di finitura

sfaldamento dello strato di finitura

L’errore più classico è quello di consegnare pavimenti il cui strato di finitura superficiale si deteriora al primo passaggio della piastra vibrocompattatrice.

Può succedere, perché:

il ciclo di produzione “ha partorito” lotti difettosi ma fatti passare per buoni;
assenza di test di laboratorio per il controllo della produzione.

In realtà questo è molto più di un semplice errore.

Senza entrare troppo nel merito o nei processi tecnici di produzione, di fatto si tratta di un problema grave per il quale è a rischio l’intera fornitura.

In tali casi, andrebbe sostituita integralmente!

Per evitare questo genere di problematiche, noi di Vibrotek monitoriamo costantemente ogni processo produttivo. E, settimanalmente, le nostre procedure ci impongono di verificare ogni lotto di produzione.

Cedimenti della pavimentazione

CEDIMENTI DELLA PAVIMENTAZIONE

Il problema può essere imputato al terreno e al sistema fondazione-terreno che ha subito, nel corso della vita della struttura, un mutamento delle condizioni iniziali.

Ma non solo. Può essere accaduto che:

  • il sottofondo è stato realizzato con materiali non idonei;
  • il sottofondo è stato mal compattato;·
  • sono stati mal calcolati i carichi, dovuto ad esempio al cambio di destinazione d’uso del locale; 

Anche in questo caso, noi di Vibrotek abbiamo procedure tali da impedire che si possano verificare simili evenienze.

Al cliente consegnamo sempre una copia dei nostri manuali per la corretta posa in opera. E su richiesta, forniamo consulenze specifiche per prevenire disagi del genere.

Lesioni e micro-fessurazioni anti estetiche

microfessurazioni

Accade spesso che il pavimento scelto sulla base dei campioni mostrati in azienda nel tempo perda tutte le caratteristiche originarie.

Può capitare infatti che si lesioni o che mostri delle micro fessurazioni che ne fanno perdere sia l’originaria bellezza che il valore.

In linea di massima, le lesioni sono dovute ad un pavimento inadatto al tipo di destinazione d’uso.

Le micro fessurazioni sono dovute ad una produzione che risente della mancanza di qualità nella selezione delle materie prime e degli accorgimenti utilizzati.

Al fine di prevenire anche questo genere di problematiche, noi di Vibrotek facciamo due cose:

  1. utilizziamo tecnologia Microtech;
  2. forniamo consulenza tecnica mirata.

Microtech prevede l’utilizzo di una miscela di quarzi, graniti e porfidi a granulometria costante che elimina qualsiasi scabrosità, garantendo una resistenza di gran lunga superiore anche in caso di forti sollecitazioni meccaniche.

Alla tecnologia abbiniamo una consulenza tecnica in grado di analizzare a fondo il tipo di pavimento più adatto a sostenere determinati carichi e transiti veicolari.

Posa in opera errata

massetto cementizio

Molto spesso NON si tratta di un errore. Ma proprio di incompetenza.

Ti spiego perché.

La corretta procedura di posa degli autobloccanti prevede esclusivamente sabbia di origine alluvionale.

Al contrario, ci sono posatori che al posto della sabbia usano il tradizionale massetto cementizio.

Niente di più sbagliato!

Primo perché utilizzando il cemento al posto della sabbia si impedisce che l’acqua piovana possa essere riassorbita del terreno ed evitare che ristagni in superficie.

Secondo perché il cemento demolisce tutti i vantaggi della scelta degli autobloccanti, ovvero amovibilità, eco-compatibilità, possibilità di riuso.

L’uso della sabbia di fiume infatti consente che i pavimenti possano essere rimossi e riutilizzati in caso di interventi ai sotto-servizi, senza sprechi di denaro e senza opere di demolizione.

Gli autobloccanti non vanno mai incollati ma semplicemente adagiati su letto di sabbia per accostamento.

Una guida per scelte consapevoli

guida alla scelta dei migliori masselli autobloccanti

Come sempre, tutto sta nella corretta informazione, pertanto ho messo a punto uno prezioso documento che ti aiuterà passo dopo passo a prendere le decisioni migliori.

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Come progettare il pavimento esterno

Scopri accorgimenti e trucchi per una progettare il pavimento esterno della tua casa e ottenere la migliore valorizzazione del giardino della tua casa

Progettare il pavimento esterno in modo corretto significa regalare alla propria casa una identità ben precisa, vestendola con un abito che non lascia indifferenti amici, vicini e passanti.

Se non sei un esperto, non è facile però. Potrai incorrere in molte insidie e incognite.

Ecco allora qualche suggerimento per aiutarti in questo arduo compito.

L’analisi

Per prima cosa dovrai valutare bene quali elementi andranno ad interagire con la pavimentazione: il posizionamento della casa, lo stile architettonico, la forma, i colori presenti o futuri dei muri, la presenza di elementi di rivestimento dei muri stessi e molte altre cose che possono condizionare il risultato finale e che influiscono in modo determinante sulla tua idea di progetto.

Progettare ill pavimento esterno si traduce anche nel rendere armonici questi elementi, contenendoli in una pacifica interazione di geometrie e colori.

Diversamente, il risultato estetico complessivo risulterebbe alquanto monotono.

Operando le giuste scelte, la tua casa non mancherà di farsi notare.

Non devono inoltre mancare le analisi della struttura del terreno, soprattutto in condizioni di pavimentazione pre-esistente o di cedimenti diffusi.

Da qui l’importanza di affidarsi ad un tecnico specializzato che è in grado di valutare approfonditamente ogni peculiarità.

Il progetto

Costituisce la premessa fondamentale per concedersi un’anteprima della realizzazione finale. Se l’analisi è stata condotta in modo adeguato, il progetto fluirà in modo semplice e lineare, basandosi su un’idea chiara del contesto e di come hai intenzione di trasformarlo.

In questa fase, occorre stabilire forme, geometrie, colori da abbinare agli altri materiali e rivestimenti già presenti.

Il progetto deve andare oltre la questione estetica e curare anche gli aspetti più tecnici, come quello del sottofondo.

In tal senso è fondamentale il lavoro di analisi svolto nella fase precedente.

Infatti, il sottofondo va regolato in base al tipo di terreno. Ad esempio la presenza di rocce sottostanti richiederà spessori differenti rispetto a terreni argillosi.

Questione estetica

Il carattere più o meno dinamico del pavimento esterno dovranno tener conto delle geometrie pre esistenti.

La cura di armonie di forme, colori e materiali restituirà un risultato estetico più intrigante e piacevole. In tal senso, la scelta di specifici materiali, dimensioni e formati influenzerà in modo deciso l’opera finale. 

L’aspetto più importante è tener separati gli ambienti destinati alla parte carrabile da quella pedonale, sia per una più razionale disposizione degli spazi sia per la definizione più accurata delle zone da valorizzare.

In tal senso, possono essere prese in considerazione materiali dalle forme geometriche differenti per destinazione d’uso.

Quali errori evitare

Gli errori possono riguardare questioni di natura tecnica che pratica.

I primi hanno a che fare con una posa in opera non a regola d’arte, il mancato rispetto delle pendenze, l’errata scelta di finiture non adeguate allo scopo.

I secondi hanno a che fare con la scelta di colori troppo delicati in aree dove è previsto il transito delle auto o di finiture non in linea con lo stile della casa.

Per ovviare a tali problematiche, abbiamo creato uno staff di tecnici quotidianamente dedito a prevenire simili situazioni.

Le caratteristiche del pavimento

Occorre valutare sia la carrabilità in base al tipo di transito previsto che il clima della zona.

Pavimentazioni ingelive e antiscivolo sono da preferire se le temperature in inverno scendono facilmente sotto lo zero.

Molto importante è tenere in considerazione il tipo di resistenza meccanica alla abrasione e al carico per decidere quale sia la più adatta a sopportare il passaggio di mezzi pesanti, se previsti.

La posa in opera

È fondamentale, per l’ottima riuscita dei tuoi progetti, l’uso di posatori specializzati. I nostri ragazzi sono intuitivi e perfettamente in grado di capire al volo eventuali problematiche, ma soprattutto di risolverle. Nel tempo abbiamo selezionato e perfezionato squadre che riescono a lavorare in esterno in modo professionale con attenzione a volte maniacale sui particolari.

Particolare attenzione va posta alla preparazione del sottofondo, realizzato mediate il riporto di posa di materiali inerti opportunamente costipati a mezzo rullatura. Sostituisce il tipico piano di posa in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata; a differenza di quest’ultimo, favorisce il drenaggio delle acque.

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Qual è il pavimento per esterno più economico per la tua casa?

Lo dicevano i nostri nonni: il pavimento per esterno più economico è quello che dura di più e che rimane bello come il primo giorno. Ecco come scegliere quello su misura per te

Sei alla ricerca del pavimento per esterno più economico per la tua casa?

La risposta è nella saggezza dei nostri nonni.

Lascia che mi presenti: sono Massimo Di Giuseppe, amministratore di Vibrotek, azienda da 30 specializzata nella produzione di pavimentazioni ultra resistenti ed eco-compatibili.
Da oltre 30 anni continuo ad occuparmi di migliorare la qualità della vita nelle case dei pugliesi, avendo un sistema di pavimentazione esterna in grado di:

  • mantenere inalterata la sua bellezza nel tempo,
  • valorizzare il contesto abitativo,
  • contribuire a realizzare corti, cortili e giardini degni di nota,
  • resistere a qualunque sollecitazione.

Nella mia vita, non mi sono limitato a produrre il pavimento più resistente al mondo, ma ho voluto fare molto di più.
Ho messo tutta la mia esperienza al servizio di tutti coloro desiderino un risultato di eccellenza per gli spazi esterni della propria casa.

Ho ideato un vero e proprio Metodo per assicurarti il miglior risultato possibile in termini di bellezza, durabilità e funzionalità.

L’obiettivo finale è offrire ai miei clienti la possibilità di acquistare il pavimento per esterno più economico per la propria casa.

Starai pensando che io sia impazzito, vero?

Che interesse avrei a proporre un qualcosa di economico, dopo che per anni ho perseguito concetti nobili come qualità, assistenza, garanzie, ecc?

La verità è che sto perseguendo il fine più alto di un uomo: offrire il meglio di ciò che so fare.

Il pavimento per esterno più economico che ci sia infatti è quello che dura di più. Ma soprattutto quello che rimane bello più a lungo, proprio come il primo giorno!

Ecco che, per rispondere a questa esigenza, sono partito da una considerazione più ampia: nel mercato sono presenti numerose soluzioni.

Qual è quella più adatta per chi pretende solo il meglio?

Cominciamo da qui:

Le 3 soluzioni di pavimentazione outdoor più diffuse in commercio

Pietra naturale: perché SI
E’ particolarmente apprezzata per il suo particolare pregio estetico, specie nelle forme più diffuse quali porfido, granito, travertino, pietra serena.

Pietra naturale: perché NO
Pur nella sua robustezza, è un materiale delicato, particolarmente soggetto agli impatti da trazione delle auto e, nel caso debba essere carrabile, va posizionata su massetto cementizio, il che ne snatura i contenuti estetici e la rende molto costosa.
In caso di interventi ai sottoservizi, purtroppo va rimossa con trattamenti invasivi e non è riutilizzabile. Per cui va successivamente integrata con porzioni che saranno differenti per forma e per tonalità.
Inoltre tende a macchiarsi specialmente a contatto con sostanze oleose. E’ poco resistente ai cicli di gelo e disgelo, per questo può manifestare spaccature, esfoliazioni, scagliatura o disgregazione nel tempo.

Ceramiche da esterno: perché SI
I materiali ceramici più diffusi per le pavimentazioni esterne sono i comuni mattoni in laterizio, soprattutto il gres e clinker.
Sono adatte per marciapiedi, balconi, logge, verande, terrazze e lastrici solari.

Ceramiche da esterno: perché NO
Vengono installate mediante l’adozione di colle su massetto cementizio, il che le fa risultare una soluzione invasiva dal punto di vista ambientale.
Non sono assolutamente adatte ad usi carrabili, quindi non ci possono passare sopra auto o mezzi pesanti.

Masselli autobloccanti: perché SI
Realizzati in finiture e colori diversi, quelli con finitura anticata sono molto simili alla pietra naturale, ma presentano costi molto più bassi e modalità di posa in opera davvero semplificate.
Inoltre sono considerati spesso l’unica soluzione capace di contemperare più esigenze: estetica, funzionalità, durabilità, resistenza ai carichi pesanti (come ad esempio le auto), sono eco-compatibili e disponibili in molteplici finiture diverse.
Ciò che li rende ancor più unici è la straordinaria capacità di essere riutilizzati in caso di rimozione per accesso ai sottoservizi, perché, in caso di necessità, possono essere agevolmente rimossi e riutilizzati senza sprechi.
Vengono posati a secco su sabbia di fiume.

Masselli autobloccanti: perché NO
I masselli rappresentano l’unico caso di pavimentazione che non presenta contro-indicazioni.

Quali soluzioni di pavimentazione sono preferire?

Chiarisco subito una cosa: tutte e tre le soluzioni sono esteticamente gradevoli a pari merito.

Ma dal punto di vista funzionale, i masselli autobloccanti hanno una marcia in più.

Ciò che li differenzia rispetto alle comuni pavimentazioni sono più fattori legati a:

  • carrabilità;
  • amovibilità;
  • eco-sostenibilità.

Gli autobloccanti hanno la capacità di resistere a qualunque carico, compreso il passaggio di veicoli pesanti, senza che ne venga intaccata l’originaria bellezza.

Inoltre, possono essere facilmente smontati per accedere ai sottoservizi e riutilizzati al termine dei lavori.

Infine, sono straordinariamente in linea con le esigenze ambientali perché si installano senza opere invase e, su richiesta, permettono il passaggio dell’acqua in presenza di piogge anche torrenziali. Ciò assicura ai terreni sottostanti di “respirare” e alle falde di rigenerarsi.

Ma non tutti i masselli autobloccanti sono uguali.

La prima caratteristica cui far caso nello scegliere il fornitore giusto è la qualità costruttiva: la presenza di evidenti micro-fessurazioni sugli strati superficiali li rende poco apprezzabili dal punto di vista estetico.

Per cui occorre sempre verificare che:

  1. lo strato superficiale presenti caratteristiche di uniformità,
  2. siano adatte a resistere a sollecitazioni longitudinali e trasversali,
  3. siano resistenti all’abrasione e allo scivolamento.

La documentazione tecnica a corredo e la presenza di verbali continui di controllo effettuati in laboratorio può aiutare a fare la scelta corretta.

La seconda caratteristica concerne la qualità strutturale.
Masselli prodotti con criteri poco nobili rischiano di frantumarsi in fase di posa in opera, con gravi ripercussioni in termini di sfrido e sprechi e conseguenti sovraccarichi di costi per chi li acquista.

Ci sono inoltre aziende che propongono masselli di buona finitura ma che non possiedono adeguate caratteristiche strutturali in quanto sono realizzati con materiali a bassa densità, il che li espone a lesioni evidenti nel tempo.

Occorre quindi saperne analizzare i requisiti prestazionali quali:

  • resistenza meccanica a flessione e compressione, necessarie per sopportare i carichi concentrati e le vibrazioni prodotte dalle auto;
  • resistenza ai cicli di gelo e disgelo, perché i cristalli di ghiaccio che si formano all’interno delle cavità con l’abbassamento delle temperature possono creare spaccature o fenomeni di scagliatura, esfoliazione o disgregazione;
  • resistenza all’esposizione ai raggi ultravioletti;
  • resistenza alla salsedine, fondamentale soprattutto se la tua casa si trova in zona costiera;
  • resistenza allo scivolamento, al fine di ridurre al minimo il rischio di caduta.

Una buona pavimentazione da esterno possiede dunque almeno la maggior parte delle caratteristiche su-elencate e risultare resistente, esteticamente bella e durevole nel tempo.

Infine, la terza caratteristica da non sottovalutare è il sistema con cui viene eseguita la pavimentazione: la posa in opera.

Alla base di una perfetta posa in opera dei masselli autobloccanti, ci deve essere una corretta progettazione dell’intervento che deve tener conto di almeno quattro fattori:

  1. Consistenza e caratteristiche geologiche del terreno;
  2. Destinazione d’uso;
  3. Caratteristiche dei masselli scelti;
  4. Schema di posa desiderato.

Fasi operative fondamentali della posa in opera degli autobloccanti

Particolare attenzione va posta alla preparazione del sottofondo, proprio come nel caso della fondazione di un edificio che deve essere differente a seconda della struttura di cui sarà caratterizzato.
Il sottofondo viene realizzato mediate il riporto di posa di materiali inerti opportunamente costipati a mezzo rullatura.
Il suo spessore sarà tanto maggiore quanto più instabile è il terreno. In media si calcolano circa 25-30 cm di materiali costipati. 
Le pendenze vanno create in questa fase.
Questo tipo di sottofondo sostituisce il tipico piano di posa in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata e, a differenza di quest’ultimo, favorisce il drenaggio delle acque. Tuttavia, in casi estremi, lì dove il terreno è particolarmente cedevole o instabile, potrebbe essere più opportuno procedere con il metodo tradizionale.

Il passaggio successivo consiste nello stendere uno strato di almeno 4-5 cm di sabbia di fiume al di sopra della posa di uno speciale geotessuto (tessuto non tessuto) permeabile.
Il geotessuto serve a rendere il pacchetto di pavimentazione ancora più resistente alle sollecitazioni, evitando eventuali cedimenti dovuti ad eventi metereologici estremi.
Al di sopra dello strato di sabbia di allettamento, possono essere posati i masselli autobloccanti che vengono sistemati e definitivamente “bloccati” tra loro per mezzo dei caratteristici distanziali di cui sono dotati.

L’ultima fase consiste nel passaggio di una piastra vibrante, cui seguirà lo spargimento di sabbia di sigillatura a gralunometria molto fine che consentirà l’ottimale intasamento delle fughe.
Nella nostra azienda è presente un nutrito staff di tecnici pronti a fornire la necessaria consulenza per affiancarti nella corretta progettazione del piano di posa.

Quindi la domanda resta: Qual è il pavimento per esterno più economico e quindi quello più capace di rimanere bello e funzionale come il primo giorno? 

La soluzione come sempre è nella corretta informazione.

Per questo ho messo a punto una speciale Guida che ti aiuterà passo dopo passo a fare scelte consapevoli.  Lo scopo dunque è fornire le risposte ai tanti dubbi, con semplicità e soprattutto con chiarezza espositiva

Cosa comprende la Guida?

Comprende le risposte alle domande più ricorrenti ovvero:

  1. Quali sono i principali tipi di pavimenti
  2. Quali sono le caratteristiche principali che dovrai imparare
  3. Quali errori dovrai evitare
  4. Quali sono gli aspetti principali della posa in opera
    E tanto altro ancora.

Avrei potuto mettere in vendita questa guida, ma preferisco regalarla affinché tu sia più informato e consapevole.

Per ottenerla, ti basterà rispondere ad un breve questionario.

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Meglio pavimento in resina o masselli autobloccanti?

Ecco un’analisi completa per decidere se sia più conveniente un pavimento in resina o masselli autobloccanti per l’esterno di ville e piazzali

Scegliere di pavimentare i piazzali con pavimento in resina o masselli autobloccanti è tra le domande più ricorrenti per chi deve rifare il look agli esterni della propria villa.

Convenzienza ed estetica sono solo alcuni degli elementi da prendere in considerazione.

Ne va del risultato finale anche dopo molti anni dalla posa della prima pietra.

Finora abbiamo imparato che i masselli autobloccanti sono quelli più resistenti tra tutti, ma è giusto chiederci se siano la soluzione migliore anche per altri aspetti.

Iniziamo dal fattore estetico.

Nel caso dei masselli autobloccanti, le tipiche combinazioni di posa soddisfano qualsiasi espressione di creatività, personalizzando gusti e design..

Il pavimento in resina richiama moltissimo il design degli autobloccanti, ma con molti limiti dovuti alla disponibilità degli stampi.

Mi spiego meglio: gli autobloccanti ricordano i famosi mattoncini Lego, per cui sono facilmente componibili secondo fantasia. Il pavimento in resina invece consiste in una colatura di materiale simil plastico la cui forma viene definita da appositi stampi che ne definiscono finitura e finte fughe.

Il risultato finale è molto più autentico nel caso degli autobloccanti. In quell’altro, risulterà più artefatto o finto.

Per cui, il confronto tra pavimento in resina e masselli autobloccanti vede questi ultimi le scelta vincente.

Convenienza economica

Premesso che entrambi possono essere impiegati per la realizzazione di piazzali, i masselli hanno diversi punti in più a favore.

Infatti, mentre una pavimentazione in resina ha bisogno che venga realizzato un massetto in cemento, gli autobloccanti si installano per semplice accostamento su un letto di sabbia.

 

Il costo del pavimento in resina è molto alto soprattutto in relazione alla quantità di manodopera e di materiali chimici da impiegare.

Al contrario, gli autobloccanti si montano con facilità e in modo naturale.

Entrambi permettono di raggiungere prestazioni inarrivabili con altre soluzioni dal punto di vista della resistenza. Per questo, vengono impiegati con successo per sopportare carichi e sollecitazioni molto intense, come il passaggio di veicoli leggeri o pesanti.

Differenze di posa tra pavimenti in resina e masselli autobloccanti

L’installazione del pavimento in resina prevede la creazione di un massetto in calcestruzzo con rete elettrosaldata, altrimenti non riuscirebbe a sopportare le spinte delle forze-peso soprastanti e i possibili movimenti sottostanti del suolo.

Quindi in tal caso occorrerebbe realizzare uno strato di circa 12 / 15 cm., il cosiddetto “magrone”, in cemento con una rete elettrosaldata che funge da armatura all’interno. Successivamente, viene colata la resina epossidica, un materiale liquido essenzialmente di matrice chimica destinato ad essiccarsi e a indursi dopo qualche ora. Prima che indurisca, la resina viene schiacciata con degli stampi che ne conferiscono forma e design ideale. 

La posa in opera dei masselli autobloccanti invece è molto più semplice, eco compatibile ed economica.

Avviene tramite stesura di uno strato di 6/8 cm di sabbia silicea e successivo accostamento dei blocchetti. Il lavoro viene completato mediante la sigillatura dei giunti (sempre con sabbia) e successiva vibro-compattazione.

A questo punto, la pavimentazione è immediatamente fruibile.

Ne ho parlato approfonditamente qui: https://www.vibrotek.it/posa-masselli-autobloccanti/

Richiedi la Guida Gratuita alla scelta dei pavimenti esterni

L’obiettivo della Guida è guidarti nell’acquisto migliore possibile, descrivendo in maniera semplice e lineare le principali caratteristiche delle pavimentazioni, sperando di chiarirne aspetti poco noti.

L’intento è guidarti nella comprensione dei preventivi che riceverai, aiutandoti a comprendere ciò di cui hai realmente bisogno.

La Guida si sofferma particolarmente sul concetto di corretta posa in opera, argomento cruciale per tanti.

Clicca sul seguente link per scaricare GRATIS la guida: www.vibrotek.it/guida-alla-scelta-dei-pavimenti-esterni/

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guida alla scelta dei migliori masselli autobloccanti

Guida alla scelta dei pavimenti esterni: RICHIEDILA GRATIS

Finalmente la 1° Guida alla scelta dei pavimenti esterni per valorizzare i tuoi spazi esterni. Richiedila gratis!

La scelta di un pavimento esterno rappresenta una traguardo importante nella progettualità della propria casa.

È una di quelle scelte che vengono fatte solitamente una volta sola nella vita.

Immagino tu sia alla ricerca di tutte le informazioni possibili nel minor tempo possibile, a causa di impegni lavorativi e di famiglia.

Magari hai anche chiesto in giro il parere di amici o sei andato alla ricerca di recensioni qua e là.
Ma sono sicuro che stai assistendo a pareri spesso discordanti dato ognuno vede le cose a proprio modo. E ti sei accorto che molte delle recensioni lette “puzzano di truffa”, perché magari non sono veritiere.

Le domande che ti sei posto sono tante:

  • quale pavimento scegliere?
  • qual è quello più resistente?
  • E per la manutenzione?
  • Quali garanzie?
  • La posa in opera a chi la affido? In quali problematiche posso imbattermi?
  • Quale materiale è più indicato per lo stile della mia casa?

Tutte domande legittime che meritano una risposta concreta.

E’ per questo che ho dato vita ad una Guida alla scelta dei pavimenti esterni.

Intendo dare una serie di risposte ai tanti dubbi, con semplicità e soprattutto con chiarezza espositiva.

L’obiettivo della Guida (completamente gratuita) è guidarti nell’acquisto, descrivendo in maniera semplice e lineare le principali caratteristiche, sperando di chiarirne aspetti poco noti.

Desidero guidarti nella comprensione dei preventivi che riceverai, aiutandoti a comprendere ciò di cui hai realmente bisogno.

Inoltre mi soffermerò particolarmente sul concetto di corretta posa in opera del pavimento scelto.

Intendo diffondere le migliori pratiche di posa, nel tentativo di qualificare un processo che attualmente non è normato, nonostante ormai tutti offrano posa a regola d’arte.

Cosa comprende la Guida?

Comprende le risposte alle domande più ricorrenti ovvero:

  1. Quali sono i principali tipi di pavimenti
  2. Quali sono le caratteristiche principali che dovrai imparare
  3. Quali errori dovrai evitare
  4. Quali sono gli aspetti principali della posa in opera
    E tanto altro ancora.

Avrei potuto mettere in vendita questa guida, ma preferisco regalarla affinché tu sia più informato e consapevole.

Per ottenerla, ti basterà rispondere ad un breve questionario.

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guida alla scelta dei migliori masselli autobloccanti

I migliori masselli autobloccanti? Scarica la guida gratuita

Se non hai le idee chiare su quale siano i migliori masselli autobloccanti per valorizzare i tuoi spazi esterni, ecco la guida gratuita che fa per te. Richiedila subito!

I migliori masselli autobloccanti in commercio li puoi riconoscere con facilità, se sei un esperto del settore.
Occorre attenzione, tanta circospezione e capacità di andare oltre le apparenze.

Ovunque andrai, troverai masselli autobloccanti che si somigliano più che altro nella forma. Nella sostanza invece sono molto differenti.

Ma andiamo per gradi e vediamo in cosa differiscono.

Differenze di finiture

Tanto per cominciare, la prima cosa che noti è la diversa qualità delle finiture: colori e superfici uniformi, prive di micro-fessurazioni o scabrosità, sono indice di una manifattura che utilizza solo materie prime di qualità e processi lenti, minuziosamente controllati in ogni fase.

Differenze tecniche

L’altro fattore distintivo è dato dalle caratteristiche tecniche di resistenza, durabilità e di assorbimento d’acqua.
Infine, un altro aspetto determinante è la facilità di montaggio.

Lascia che ti faccia una premessa: i masselli autobloccanti sono speciali pavimenti per esterno che si posano a secco, senza che siano necessarie malte cementizie o colle chimiche.

Ce ne sono di tutti i tipi, in funzione di ogni destinazione d’uso.

I migliori si distinguono per qualità delle finiture, caratteristiche tecniche di resistenza, durabilità e facilità di montaggio.

Ma al di là del fattore estetico, facilmente valutabile anche dai meno esperti, ci sono una serie di aspetti tecnici da tenere in considerazione.

Tutto inizia da una considerazione: mono-strato o doppio-strato?

I masselli prodotti con tecnologia “doppio-strato”si ottengono dalla sovrapposizione di due strati vibro-compressi di calcestruzzo composti da cementi e inerti selezionati.

Lo strato superiore si caratterizza per l’utilizzo di una miscela a base di quarzi selezionatissimi, in grado di conferire al massello una maggiore resistenza all’abrasione.

Le elevate prestazioni di tale finitura garantiscono maggior brillantezza dei colori nel tempo.

I masselli “monostrato” sono prodotti con tecnologia obsoleta che non assicura finiture e prestazioni di eccellenza.

Differenze di valutazione

Per essere considerati di qualità, i masselli autobloccanti vanno valutati secondo anche i seguenti criteri fondamentali:

  • resistenza meccanica;
  • reazione agli sbalzi termici, all’abrasione e allo scivolamento;
  • capacità di mantenere inalterate determinate caratteristiche per decine e decine di anni.

Come puoi intuire, non si tratta di una scelta da fare soltanto in base al prezzo o all’aspetto estetico. Prima di procedere con l’acquisto, ti consiglio di leggere questa guida fino in fondo.

Un acquisto superficiale corrisponde inevitabilmente a conseguenze spiacevoli.

Ma andiamo per gradi.

Per prima cosa, occorre ponderare il tipo di destinazione d’uso: la pavimentazione di un piazzale industriale o commerciale ha esigenze differenti rispetto a quelle del giardino di una villa.

Di base, però, se intendi percorrere il vialetto con un’auto o uno scooter, privilegia masselli autobloccanti ad alta resistenza per non correre il rischio di dover rifare i lavori nell’arco di pochi anni. Soltanto dopo aver fatto tutte queste valutazioni puoi quindi pensare all’estetica e scegliere forme e colori in perfetta armonia con la tua casa.

Ma entriamo più nel dettaglio e impariamo a distinguere questo tipo di pavimenti in base al tipo di resistenza:

Resistenza al calpestio

La resistenza al calpestio e all’usura dello strato superficiale è una delle informazioni più importanti da verificare al momento dell’acquisto.

Resistenza all’abrasione

Scegli un pavimento che ti garantisca sicurezza, così da evitare il rischio di cadute quando è bagnato. La caratteristica di antiscivolo è certificata con la classificazione prevista dalla norma DIN 51130 per il calpestio a piedi calzati. Si misura con classi di scivolosità consigliate in base all’ambiente e all’utilizzo.

Resistenza al carico e alla trazione indiretta per taglio

Per le zone in cui c’è passaggio di automobili, scegli un materiale carrabile e con alta resistenza ai carichi e alla trazione indiretta per taglio. I valori indicati dai test di laboratorio devono essere tali da garantire la sopportazione di stress considerevoli. La resistenza deve essere rispettivamente maggiore o uguale a 250 N/mm e 3,60 Mpa.

Maggiori sono i pesi dei veicoli che dovranno transitare sulla pavimentazione e tanto più elevati dovranno essere questi valori.

Non meno importante è la valutazione del grado di assorbimento d’acqua che non deve mai essere inferiore al 6%, altrimenti meglio lasciar perdere se non vuoi andare incontro a lesioni e rotture impreviste.

I più resistenti

Se sei una persona che pretende il massimo e che punta sempre al meglio, ecco il consiglio più importante: scegli masselli autobloccanti dotati di finitura Microtech, perché ti garantiscono il massimo della resistenza possibile attualmente disponibile sul mercato.

La speciale miscela con finitura Microtech è prodotta con pregiate micro-sabbie a granulometria regolare. Tali peculiarità eliminano alla radice qualsiasi problema di scabrosità (effetto sgretolamento), microfessurazioni superficiali, disomogeneità della superfice di usura.

I nostri masselli autobloccanti sono dotati di finitura Microtech.

I valori di resistenza dei nostri pavimenti sono infatti nettamente superiori persino a quelli richiesti dalle norme UNI EN 1338 (che ti ho indicato nel paragrafo precedente).

Proteggi i tuoi beni, scegliendo la pavimentazione giusta.

Da dove iniziare per scegliere la pavimentazione drenante adatta alle proprie esigenze?

La prima cosa da fare è richiedere GRATIS la nostra speciale guida! Troverai la descrizione dettagliata di ciò che  che devi sapere sulla scelta dei nuovi pavimenti per esterno.

L’ obiettivo principale è guidarti nell’acquisto dei pavimenti, descrivendo in maniera semplice e lineare le principali caratteristiche, sperando di chiarirne aspetti poco noti, guidarti nella comprensione dei preventivi che riceverai, aiutandoti a comprendere, e di conseguenza richiedere, ciò di cui hai realmente bisogno.

Inoltre mi soffermerò particolarmente sul concetto di corretta posa in opera del pavimento scelto.

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